La protesta

Venerdì 17 Aprile 2015 - 21.30

La protesta

Giovedì 9 Aprile 2015 - 17.39

La fiaba italiana della Ballata dei Lenna.

 

di e con: Nicola Di Chio, Paola Di Mitri e Miriam Fieno
progetto realizzato e sostenuto nell’ambito dell’accordo in materia di politiche giovanili tra:
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù
Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, “Teatri Abitati” Residenze Teatrali Regione Puglia, Altra Scena una rete del contemporaneo
Teatro Minimo Andria
durata 1h 20'
applausi del pubblico: 2' 45''

 

Invece che partire da un testo i tre giovani attori della compagnia teatrale La Ballata dei Lenna decidono di iniziare dalle persone vere, dai vissuti e dalle storie individuali. Alla fine il materiale raccolto è prezioso e la strada da intraprendere la più difficile, costruire uno spettacolo che non sia un banale collage di contenuti ma qualcos’altro, partendo da quel materiale come spunto per una riflessione drammaturgica nuova rispetto al lavoro dei laboratori.

Alla fine della costruzione scenica, “La protesta” è qualcosa di certamente inatteso, che riceve la menzione speciale al Festival Asti Teatro 33 Premio Scintille e arriva in finale al premio Pancirolli di Milano.

Chi si aspetta megafoni, striscioni e bombolette rimane subito deluso, gli anni Settanta sono molto lontani, e un po’ dispiace, anche se è la realtà delle cose.
La scena è estremamente scarna: un tavolo centrale, un orologio su una piantana di lato le cui lancette vengono mosse dagli attori con il cambiare degli stati emotivi dello spettacolo e tre cassette della posta, anch’esse laterali, contenenti gli oggetti di ciascun personaggio, simboli della loro esistenza resistente.

Protagonisti sono due impiegate e un responsabile di un’agenzia turistica del Sud Italia che un bel giorno si vedono recapitare la più temuta delle lettere di oggi: quella che inizia con “Gentilissimo/a…” e che comunica, in sostanza, un licenziamento in tronco.

Non succede altro, c’è già tutto quello che serve per costruire situazioni tragicomiche più e meno riuscite per spingere i protagonisti ad un cambiamento obbligato. Le loro catene sono immediatamente percepibili, sono le gabbie della paura, della rabbia, dell’impotenza e dell’incertezza, di quella condannata parola che ritorna come una maledizione: crisi.
Crisi di sentimenti, di lavoro e quindi d’identità nel costruirsi un futuro, tematiche pesanti come macigni affrontate però con sottile ironia e sprazzi di comicità. Non c’è depressione nello spettacolo dei Lenna, non c’è arresa né abbandono.

Da non perdere.

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