Proclami alla nazione

Sabato 27 Ottobre 2018 - 21.30

Proclami alla nazione

Venerdì 5 Ottobre 2018 - 10.19
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spettacolo teatrale in collaborazione con Morenica Festival

Per il secondo anno consecutivo Zac! e il festival teatrale Morenica uniscono le loro strade e  propongono due spettacoli decisamente politici.
In un anno che ha visto il nostro territorio andare alle urne per ben due volte nel giro di pochi mesi (prima alle politiche e poi alle amministrative) rivolgere l’indagine teatrale in quella direzione ci è sembrato quasi scontato.
Ma pur affrontando la stessa tematica, il percorso dei due spettacoli è molto diverso: nel primo “Proclami alla nazione” il tema è affrontato in maniera diretta entrando (nel vero senso della parola, chi vedrà lo spettacolo potrà capirlo) nella mente dell’uomo politico; nel secondo, “Il desiderio segreto dei fossili”, l’argomento emerge in maniera decisamente metaforica presentandoci una città dove nessuno nasce e nessuno muore, dove tutti fanno lo stesso lavoro, ma in cui nessuno sembra essere realizzato o felice. Una società incapace di cambiare che non riesce a creare benessere e felicità in coloro che la abitano e dove sarà solo un avvenimento straordinario (divino forse?) a mischiare le carte in tavola.
Come lo scorso anno, data l’alta qualità delle proposte (entrambe le compagnie hanno vinto parecchi premi) all’ingresso sarà richiesto un contributo di 10 euro (ridotto 8 per soci Zac! e soci Associazione Sensounico) diversamente dalla rassegna dello Zac! alla quale si accede ad ingresso libero con uscita a cappello.
Ed ora la presentazione degli spettacoli
 
sabato 27 ottobre ore 21.30
Compagnia Snc Granara Mariottini Sorrentino Strazza - Genova
in
Proclami alla nazione
di e con Elisabetta Granara, Giancarlo Mariottini, Sara Sorrentino e Carlo Strazza
La drammaturgia è una fiaba surreale, uno sguardo sul nostro tempo, quello dell'ipercomunicazione, ma anche su come oggi sia facile dotarsi di un pubblico e offrire il proprio discorso, senza assumersene la responsabilità. Una riflessione sul inguaggio, sul momento storico che viviamo ma anche sul passato, e sui meccanismi che sono all'origine del dire e delle sue ragioni più o meno profonde.
I  protagonisti in scena sono i neuroni di un (non specificato) politico: trovatisi di fronte a un guasto, devono trovare una soluzione e per questo uscire dalla routine. Questi neuroni fanno parlare la persona per cui lavorano senza implicazioni etiche, l'importante è che dica, che torni operativa. Eseguono ordini non si pongono domande, si preoccupano solo che il destinatario ci sia e reagisca positivamente, non importa come. In tanti casi questo porta a delle atrocità. Escono tanti discorsi pubblici che raccontano della possibilità e dei tentativi di esprimersi, che però sono anche parlare di niente, o parlare per piacere ad altri. Si rende palese il meccanismo tra emittente e destinatario, che è poi lo stesso che sta dietro l'artista, ma anche all'opera d'arte, per non parlare di quanto si fa sui social. Ormai ciascuno di noi può fare un discorso pubblico, senza rischiare niente
Vincitore Premio Giovani Realtà del Teatro (Udine) 2014
 
Paradossale e grottesca ricostruzione delle pratiche persuasive esercitate dal Potere attraverso la comunicazione: "Proclami alla nazione" rappresenta il tentativo di mettere in scena il progressivo impoverimento del discorso pubblico in favore di una retorica tanto aggressiva quanto povera di significati attraverso l'esplorazione psicologica dell'individuo. In uno spazio scenico incontaminato, la compagnia Snc Granara Mariottini Sorrentino Strazza sfrutta a pieno le capacità comiche dei quattro attori per consegnare al pubblico uno spettacolo brillante che invita a riflettere circa la spaventosa deriva autoreferenziale della prassi politica in cui l’appiattimento dei temi e delle pratiche dialettiche sta conducendo alla paralisi intellettuale della società odierna.
Edoardo Borzi, giuria Crashtestfestival
 
venerdì 7 dicembre ore 21.30
Maniaci Damore
in
Il desiderio segreto dei fossili
Regia: Francesco d'Amore e Luciana Maniaci
Con: Francesco d'Amore, Luciana Maniaci e David Meden
 
A Petronia, 73 abitanti (36 maschi e 37 femmine) non si nasce e non si muore, “acqua” è una parola sconosciuta, nulla scorre.
Ma a sparigliare le carte è l’ingresso di un dirompente Francesco D’Amore en travesti: lui è Anita, la settantatreesima cittadina di Petronia, dispari dunque, diversa, sognatrice, starlettina dell’attesissima Festa del Pontile. Prova il discorso per la serata, insulta i suoi concittadini con tagliente ironia, dichiara il suo odio per ognuno di quei 72 esseri non-viventi, granitici come la sorella Pania (Luciana Maniaci) in attesa da sempre di un figlio dal marito.
Del resto l’unica arte possibile a Petronia, claustrofobica e in stallo, è quella dell’attesa perché a Petronia ci sono solo pietre e spaccapietre. Ogni abitante ha la sua personale lastra per essere sempre in equilibrio, ben puntellato, e la consolazione di una serie TV, dal titolo Cuori che affogano: tutti la amano, tutti ne discutono, comprese le nostre sorelle. Nelle infinite e identiche giornate di Petronia, Amita da sempre spera che accada qualcosa, e sogna di poter almeno baciare l’eroico protagonista della fiction, Johnny Water. Ma, si sa, desiderare è pericoloso: sarà proprio nel momento in cui Johnny diventerà un essere umano in carne ed ossa che tutto inizierà a scorrere, e la rottura del vaso di Pandora porterà con sè – con i desideri – anche orrore e rabbia, complicazioni e violenza.
Premio I Teatri del Sacro 2017; Segnalazione Migliore Spettacolo Premio Ubu 2017
 
Di alto tenore poetico, oscilla tra paura e desiderio, questa favola delicata e divertente, dura come la vita.
Mariateresa Surianello, Il Manifesto
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Parole dette con il cuore che batte, anziché con la lingua che mente, rappresentano “Il desiderio segreto dei fossili” di Maniaci d’Amore. Un gioco a incastro tra teatro e televisione, un labirinto tra realtà e finzione in cui Francesco d’Amore, Luciana Maniaci e David Meden, affrontano con poetica e sferzante ironia dell’assurdo l’immobilità tanto del nostro Sud (e dell’Italia in generale) quanto della nostra scena teatrale contemporanea.
Matteo Brighenti, Pane Acqua Culture
 
 

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